Il centro di documentazione di Lucca, con sede in via degli Asili, è uno di quei luoghi che merita di essere conosciuto e valorizzato. La struttura si articola in: biblioteca, archivio ed emeroteca. Quando ho proposto una piccola intervista al padrone di casa, Andrea Polcri, sono stato accolto con gran cordialità. La nostra chiacchierata è riportata di seguito con l’auspicio personale che il centro possa essere maggiormente sfruttato per divulgazione e ricerca.

DVR: Sig. Polcri, ci racconti un po’ la storia del centro e gli aneddoti che preferisce…

AP: Dunque vediamo: verso la fine degli anni Sessanta mia moglie si trovò in una specie di convegno, dove c’erano anche degli esponenti della casa editrice Feltrinelli. Lei accettò la proposta di aprire un’agenzia rateale, manovra che era già in corso a livello nazionale. Il coordinamento in Toscana era a Firenze e lei cominciò dapprima regolamentando la struttura finché aprì in Via degli Angeli, in centro. Fu un vero successo, c’erano molti volumi grazie alla casa editrice Feltrinelli. A queste agenzie arrivavano molte riviste di movimento, dalle città più grandi fino a tutte le altre. L’iniziativa fu apprezzata da moltissimi gruppi politici…

DVR: Gruppi politici che pullulavano in quegli anni…

AP: Certo…e poi Feltrinelli era un nome particolarmente significativo all’interno della sinistra. Quindi la struttura proseguì le sua attività. Poi agli inizi degli anni Settanta la Feltrinelli trasformò queste agenzie in librerie. Però mia moglie si oppose, perché avevamo ormai ottenuto il favore di tanti giovani studenti… ricevevamo sostegno e le visite provenivano dalle città vicine come Pisa e Livorno, perciò mantenemmo la struttura rimanendo un’agenzia rateale. Poi subentrarono dei vari cambiamenti a tutti i livelli, anche dal punto di vista politico. Si partecipava a livello locale anche alle iniziative della sinistra tradizionale, CGIL, ecc…La quantità di roba che ci arrivava dai partiti e dai gruppi politici era enorme: allora mia moglie disse che forse l’esperienza dell’agenzia rateale era un po’ superata, che occorrevano anche altre case editrici…perciò trovammo dei compagni che stabilirono un accordo tra di loro, ci si autofinanziò di fatto e creammo il centro di documentazione che fu ufficializzato nel 1974. Rimase parzialmente la rateale ma affiancato al centro. Questa fu una trasformazione abbastanza pesante. Mia moglie era sempre protagonista delle iniziative politiche che venivano fatte, cominciammo allora a richiedere materiale anche ad altre case editrici della sinistra. Ve ne sono molte, in particolare DeriveApprodi…

DVR: Una casa editrice che pubblica ancora vero? E’ ancora attiva…

AP: Sì si. Poi in quegli anni (‘74-’75) si cominciò a sviluppare l’area dell’autonomia, unitamente ai gruppi più grossi. C’era Il Manifesto, Lotta continua, le collane delle diverse casi editrici, anche trotskiste…

DVR: C’erano quindi diversi canali dai quali attingere…

AP: Esattamente. Poi le organizzazioni e i singoli compagni cominciarono a rifornirci, da Roma, da Milano, da Bologna, in particolare da Torino…ci portavano le loro pubblicazioni

DVR: Quindi solitamente non c’era una richiesta formale, erano proposte dai singoli gruppi politici che vi rifornivano di loro iniziativa?

AP: Certo, la caratteristica principale rispetto ad altri centri di documentazione (come Pistoia, Firenze, ecc) è la seguente: noi ci distinguevamo per essere dei “cani sciolti”, erano anche le posizioni di mia moglie, noi non eravamo mai legati o vincolati ad un partito. Emergevano allora anche le aree più radicali ed eravamo quasi gli unici a diffonderle, come Controinformazione, vicina all’area dell’autonomia e anche…ma questo non lo diciamo…

DVR: Meglio di no?

AP: Bah sai, per non impressionare la gente…

DVR: Visti i tempi che corrono…

AP: Eh vabè sì, c’erano anche le Brigate rosse…che facevano questa rivista Controinformazione e alcune riviste che circolavano in aree più limitate…Quando arrivavano queste riviste, fuori dalla porta c’era letteralmente la fila!

DVR: Una domanda: lei ha parlato anche di Lotta continua e di diversi gruppi. A Lucca, in particolare, quali erano le formazioni più radicate?

AP: C’era sicuramente Stella Rossa, una delle prime. Poi Viva il Comunismo, Lotta continua…Dunque: Viva il comunismo era un gruppo marxista-leninista ma più aperto rispetto agli altri gruppi marxisti-leninisti, per esempio Stella rossa era alquanto..limit..diciamo, come si potrebbe dire…

DVR: Ideologicamente più rigido?

AP: Bravo! Sì. Ma a modo suo lo era anche Lotta continua…e invece il nostro lavoro invece si apriva a tutti, dai trotskisti ai bordighisti, con i quali si prendevano dei contatti, spesso addirittura giravamo l’Italia per trovare questi gruppi un po’ più, tipo a Padova, ecc…prendevamo i contatti e loro mandavano la roba

DVR: Anche dei movimenti anarchici?

AP: Certo, certo. Il gruppo anarchico a Lucca c’era, c’erano dei giovanissimi a formarlo…Però noi avevamo questa caratteristica dell’indipendenza culturale e politica, per cui tenevamo tutte le case editrici e tutte le pubblicazioni che producevano, senza limiti e senza differenziazioni…come dicevo c’erano altri centri di documentazione ma erano sempre limitati a una determinata area, quella dominante. Noi, quindi, avevamo un maggior campo di intervento, una maggior ricchezza. Poi voglio dire una cosa. Una volta le principali tesi di laurea o di dottorato erano tutte legate alle origini dei gruppi politici, dei partiti. Mentre, ad esempio oggi, ci sono ancora delle richieste che provengono dall’estero però sono maggiormente orientate verso la controcultura, l’area che nacque nella seconda metà degli anni Settanta…dall’estero ci fanno diverse richieste: tanto che il principale istituto di ricerca sul movimento operaio a livello internazionale che si trova ad Amsterdam ci ha proposto l’iscrizione fra i soci…organizzano dei convegni anche in Italia, per lungo tempo li ha organizzati la Feltrinelli e si facevano a Cortona. Quindi iniziarono a conoscerci anche a livello europeo…l’istituto si appoggia ancora alla casa editrice Feltrinelli. Poi non saprei, ci sono altre cose significative? Fammi qualche altra domanda

DVR: Qualcosa abbiamo già detto. Dunque, di questo patrimonio, non c’è nulla di digitalizzato…vero?

AP: Quando cominciò l’era di internet, si cominciò a fare ricerca attraverso questo canale. Ci scrivevano, si fotocopiava e si mandava il materiale. Da lunedì dovrebbe arrivare uno scanner per avviare un lavoro più sistematico e decente, ovviamente tutto autofinanziato.

DVR: Ecco, per un posto come il vostro, quali sono le principali criticità? Il finanziamento? Ricevete sovvenzioni?

AP: Sì, certo. Da qualche anno (mi sembra sia il terzo o il quarto anno) attraverso una particolare forma di documentazione anche il ministero dei beni culturali ci eroga annualmente un contributo per l’acquisto dei libri…però sono contributi limitati alle monografie oppure ad alcune riviste…

DVR: Sulle riviste ho saputo, grazie all’intervista pubblicata dall’istituto storico della resistenza dell’età contemporanea (ISREC), che avete dovuto ridurne il numero. Avevate molti abbonamenti ma poi avete dovuto disdirne alcuni perché risultavano troppo onerosi…è corretto?

AP: Eh sì, anche in base poi alla situazione dei vari gruppi. Per esempio i gruppi trotskisti francesi sono ancora attivi e riceviamo almeno tre o quattro riviste particolari da loro…mentre invece non abbiamo più notizie di quelle tedesche, quelle inglesi ogni tanto…Diciamo che i trotskisti a livello internazionale sono quelli che ancora ci mandano qualcosa insieme ai bordighisti. Per esempio il movimento anarchico ha ancora Umanità Nova, giornale che pubblica e che riceviamo, anche se prima facevano pure dei mensili, ecc..

DVR: Quindi le riviste “sempreverdi” legate all’area sono Umanità Nova, poi?

AP: Umanità Nova, anche Lotta Comunista…anche se ormai la crisi si sente da tutte le parti. Dopo la fine di Lotta Continua nel ’77, ci fu uno scontro durissimo tra l’area femminista interna e i servizi d’ordine, perché questi non sopportavano la scelta che esse avevano fatto…le femministe decisero di fare manifestazioni separatiste e ci furono degli scontri anche un po’ cruenti. Le donne, anche giustamente, sostenevano la loro scelta e Sofri gli dette anche ragione…così uscirono dal partito di Lotta Continua che di fatto finì.

DVR: Storie di scissioni…quante scissioni. Se facessimo una storia delle scissioni a sinistra, non finirebbe più…

AP: Già. Comunque, di tutti questi gruppi politici, abbiamo fatto una pubblicazione che diffonderemo in occasione della mostra dei manifesti. La mostra ha subìto qualche ritardo dal punto di vista logistico e organizzativo, forse riusciremo a realizzarla verso la fine dell’attuale anno scolastico in Via Sant’Andrea. Attualmente c’è uno spazio per le mostre di carattere artistico. La pubblicazione tratta del: femminismo, delle origini delle Brigate rosse, i centri sociali, e poi ci sono riassunti della storia dei vari gruppi nazionali antagonisti

DVR: Organizzate altre iniziative per valorizzare il posto? O per assicurarvi delle entrate?

AP: No, ci siamo presentati solo ad iniziative collaterali, non organizziamo presentazioni di libri ecc..no, quelle cose non le facciamo. Anche perché il lavoro che è richiesto qua è immenso. All’archivio vero e proprio di Piazzale Verdi il materiale è numerosissimo. In questi ultimi periodi abbiamo cominciato il trasloco dei quotidiani delle aree antagoniste da Piazzale Verdi a Corso Garibaldi.

DVR: Mi chiedevo: visto che i problemi principali sono relativi al finanziamento, non c’è modo di fare una tessera dell’associazione, che possa assicurare un’entrata…

AP: I fondi sono quelli, la tessera c’è. Solo che tesserarsi con noi è gratuito! La si può fare gratis. Anche per i tesseramenti c’è una sua storia…ovviamente il nostro materiale riguarda gli anni Settanta/Ottanta, poi dagli anni Ottanta, si cala, diciamo fino a Moro. Da Moro in poi, il crollo è evidente. Comunque la nostra tessera è gratuita, abbiamo il nostro statuto e poi sono previsti degli sconti come associazione culturale

DVR: E per la preservazione del materiale cartaceo? Per esempio contro l’umidità, l’usura, ecc..

AP: Eh, ci sarebbe bisogno soprattutto in Piazzale Verdi. Non c’è del materiale a rischio vero e proprio, tuttavia servirebbe una struttura più adeguata alla conservazione. L’umidità e la muffa possono rappresentare un rischio ma nel complesso abbiamo materiale anche ben conservato.

DVR: Esiste una lacuna che il centro vorrebbe colmare? Faccio riferimento magari al materiale interno dei partiti, circolari, comunicazioni, ecc…

AP: Mah, direi di no, quello che posso dire con certezza è che qui c’è tanta roba. Volantini, fogli, appunti, circolari, manifesti…abbiamo circa 200 faldoni, sono stati catalogati e continuiamo ancora a catalogare. A Lucca l’interesse per quest’area arriva, come dicevo, fino alle soglie degli anni Ottanta, quando eravamo un punto di riferimento…poi progressivamente l’attenzione sui temi si è sgonfiata. Comunque il nostro materiale partitico non si limita solo al locale ma si articola anche a livello nazionale: per esempio di Lotta Continua abbiamo un sacco di roba di livello nazionale. Peraltro siamo anche riconosciuti dalla sovrintendenza archivistica nazionale della Toscana.

Di seguito la descrizione dedicata al centro, tratta dal sito del sistema informativo unificato per le soprintendenze archivistiche.

Fondato ufficialmente nel gennaio 1974, il Centro di documentazione di Lucca aveva già iniziato la propria attività alcuni anni prima, con lo scopo di ricercare, raccogliere e conservare, oltre a giornali e riviste della sinistra, una vasta produzione di numeri unici, bollettini, fogli di fabbrica, volantini, periodici ciclostilati, notiziari di piccoli gruppi, manifesti, materiale fotografico e sonoro.
Si è in tal modo gradualmente costituita una consistente sezione archivistica composta da documenti prodotti da comitati di fabbrica, collettivi studenteschi, gruppi politici, circoli culturali, centri sociali, partiti, sindacati; per il valore dei materiali conservati l’archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana con provvedimento n. 658 del 19 agosto 1994.
All’archivio si affianca una ricca emeroteca che raccoglie, oltre ad alcuni periodici dei partiti della sinistra tradizionale, la stampa periodica delle associazioni di base e delle organizzazioni politiche minori. L’impegno del Centro si è ampliato negli anni dai movimenti a questioni storico-politiche di rilevanza nazionale e ai problemi internazionali con l’acquisizione di riviste della sinistra francese, americana, tedesca e inglese, in collaborazione con istituti italiani e stranieri. Parallelamente ha acquistato via via importanza anche una biblioteca specialistica, che conserva monografie spesso rare e irreperibili riferite agli ambiti di interesse del Centro.
Una specifica sezione dedicata alle donne comprende giornali, riviste, documenti del movimento e del pensiero femminista.”